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Scala Santa di Campli

 

 

La Scala Santa di Campli si erge addossata a un fianco longitudinale della Chiesa di San Paolo, all'interno del tessuto urbano del paese, in provincia di Teramo, nel territorio compreso tra le valli dei torrenti Fiumicino e Siccagno.

Costruito nella seconda metà del XVIII secolo nell'omonima cittadina abruzzese, la Scala Santa di Campli è un edificio sacro che attira ogni anno una moltitudine di visitatori. Eretta per iniziativa del priore della Confraternita delle Stimmate di San Francesco Di Campli, fu benedetta e aperta al pubblico nel maggio 1776.

Caratteristica della Scala è detenere un privilegio attribuitole dal Papa Clemente XVI. La Scala costituita da 28 gradini, in legno di ulivo, deve essere salita pregando in ginocchio con il capo chino per ricevere la l’assoluzione dei propri peccati e, in alcuni giorni dell’anno, l’Indulgenza Plenaria con lo stesso valore di quella che si può ottenere sulla Scala Santa di Roma. I fedeli recitano, ad ogni gradino, una preghiera così da ripercorrere e vivere la sofferenza di Gesù verso la croce. Le pareti ai lati sono decorate con dipinti raffiguranti scene della Passione e della Resurrezione. L’ultimo gradino della scala conduce al “Sancta Sanctorum”, l’altare del Salvatore, l’unico in grado di liberare l’uomo dal peso dei proprio peccati. Il fedele, purificato nella sua anima, scende, questa volta in piedi, i 19 gradini in pietra che conducono verso la luce.

Strutturalmente: l’edificio è addossato alla chiesa medievale dedicata a San Paolo ma sviluppa un'altezza più modesta. La facciata, in mattoni e pietre, conclusa a coronamento orizzontale, è aperta da due portali e da due finestre. Il portale rinascimentale, in pietra, che introduce al vano con i gradini in legno d'ulivo proviene dall’ ex convento di Sant'Onofrio

Nella piccola cappella con l'altare dedicato al Salvatore, sono custodite anche reliquie di martiri e santi conservati in reliquiari di scuola napoletana, due stauroteche con due frammenti della croce di Cristo e una tela che riproduce l'effigie di San Francesco d'Assisi.

Sulle pareti del pianerottolo due affreschi raffigurano Papa Clemente XIV e Sant'Elena imperatrice, madre dell'imperatore Costantino I, che stringe tra le mani una grande croce. Secondo una leggenda medievale la sovrana, durante un viaggio in Terra Santa, avrebbe trovato e portato con se a Roma la scala che salì Gesù per arrivare al cospetto di Ponzio Pilato.

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