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Duomo di Teramo

Il Duomo di Teramo o Cattedrale di San Berardo è situata nel centro storico e rappresenta il monumento più rappresentativo della città.
La chiesa è stata interessata da più fasi costruttive. Originariamente la costruzione della chiesa fu iniziata nel 1158, per volere del vescovo Guido II, che intendeva dare nuova accoglienza alle reliquie di San Berardo dopo la distruzione dell'antica cattedrale di Santa Maria Aprutiensis, e della quasi totalità della città, ad opera del conte normanno Roberto III di Loritello, nel 1155.

La cattedrale fu ultimata e consacrata nel 1176. In stile romanico aveva tre navate con colonne che si alternavano a pilastri, con facciata a salienti, copertura a capriate e tiburio ottagonale centrale; già all'epoca il presbiterio era rialzato.

Molto del materiale lapideo fu prelevato dagli adiacenti teatro romano ed anfiteatro romano, di quest'ultimo fu addirittura demolita la parte nord-occidentale per far posto alla nuova cattedrale.

Successivamente, tra il 1332 e il 1335il vescovo Niccolò degli Arcioni volle l’ampliamento l'edificio, prolungandolo nella parte settentrionale con un nuovo corpo di fabbrica, leggermente disassato rispetto alla parte anteriore più antica che perse le tre absidi.

Fu data un’impronta  gotica con slanciate arcate ogivali, e l’edificio fu dotato di un'altra facciata a salienti con una falsa porta (mai aperta) dalla parte opposta rispetto a quella originale.

La nuova chiesa fu arricchita anche dal bellissimo portale, opera fortunata di Deodato Romano, e dalla decorazione sulla parte alta della facciata, con i merli ghibellini a simboleggiare il potere temporale.

Affiancano il portale due colonnine che poggiano su leoni stilofori  e sorreggono due eleganti statue, un Angelo Annunciante ed una Vergine attribuite a Nicola da Guardiagrele o ad un suo allievo.

Al centro dell'architrave è visibile lo stemma del vescovo Niccolò degli Arcioni tra quelli di Atri a destra e Teramo a sinistra. Le ante in legno cinquecentesche andarono distrutte e furono rimpiazzate da riproduzioni realizzate nel 1911 da Luigi Cavacchioli.

L'attuale forma rettangolare della facciata e la corona di merli ghibellini sono probabilmente successivi agli interventi arcioniani.

Nella seconda metà del Quattrocento sul portale fu collocato un grande timpano gotico triangolare, che racchiude al centro una finestra rotonda sovrastata da un'edicola contenente una statua del Redentore che benedice; ai lati di tale ghimberga altre due edicole, anch'esse a forma di guglia, racchiudono le statue del Battista e di San Berardo.

Sulla destra svetta l'imponente campanile quadrato eseguito da Antonio da Lodi.

La cattedrale vide un’ulteriore trasformazione nel XVIII secolo, quando il vescovo Tommaso Alessio de' Rossi (1731-1749) decise di adeguare la cattedrale al gusto barocco dell'epoca e alle mutate esigenze del culto.

Due cupole sostenute da pilastri andarono a sostituire le colonne e le sei campate romaniche, la copertura delle navate laterali fu elevata riducendo a due sole falde il tetto; una decorazione a stucco fu scelta a sottolineare la maggiore uniformità tra il nucleo più antico e quello arcioniano.

Furono aperti i portali minori, accanto al grande portale e fu costruita la grande cappella di San Berardo, unico luogo dove, ancora oggi, è visibile il risultato di questo restauro.

Le nuove sensibilità culturali che si svilupparono nel corso dei secoli successivi portarono alla decisione di riportare la cattedrale al suo aspetto medievale; i lavori furono eseguiti tra il 1932 e il 1935 sotto la supervisione del soprintendente Riccoboni e comportarono la quasi totale ricostruzione del nucleo romanico guidiano.

Delle antiche colonne romane segnalate da Niccola Palma è rimasta solo la coppia più vicina al transetto, oltre ad un capitello corinzio trasformato in acquasantiera.

Il 29 settembre 1933, a pochi anni dal completamento dei lavori, l'allora vescovo Micozzi riaprì al culto la cattedrale e la intitolò a Santa Maria Assunta.

Nel maggio del 1955 papa Pio XII le ha conferito la dignità di basilica minore.

L'isolamento della cattedrale fu completato dal soprintendente Mario Moretti nel 1969, con l'abbattimento dell'arco di Monsignore: il collegamento con il palazzo vescovile realizzato nel 1738 dal Vescovo Dé Rossi.

L'8 settembre 2007, dopo tre anni di restauri, il duomo è stato riaperto al culto.

Nel corso dei lavori sono stati ritrovati sotto il pavimento, e resi visibili al pubblico, la cripta intitolata a San Berardo e un cunicolo che dalla cripta stessa si dirige verso Piazza Martiri della Libertà. Il cunicolo è lo stesso osservato nella citata piazza durante i lavori di rifacimento della relativa pavimentazione.

La torre del campanile  è alta circa 50 metri e anch’ essa, come il resto del complesso, mostra successivi interventi costruttivi: la parte inferiore è stata realizzata tra il XII e il XIII secolo o forse dallo stesso Arcioni, nel XIV secolo è stata eseguita la parte intermedia ed infine nel XV secolo l'elaborato coronamento ottagonale dell'architetto lombardo Antonio da Lodi (1493) che ha realizzato anche i campanili di Atri, Campli e Corropoli.

La torre è sita in corrispondenza dell'innesto tra la parte di Guido II e quella di Niccolò degli Arcioni, ed è interamente divisa in moduli sovrapposti (realizzati in epoche differenti, come sopra evidenziato), segnati da cornici marcapiano. Sul terzo e sul quarto modulo sono poste finestre a bifora, mentre il quinto e il sesto ospitano le celle campanarie.

Antonio da Lodi realizzò una terrazza di copertura al di sopra della seconda cella campanaria, munita ai quattro angoli di torrette decorate con lo stesso motivo ornamentale presente nella cornice di sostegno alla terrazza medesima. Al centro di essa, quindi, innalzò il prisma ottagonale sormontato dalla piramide di coronamento, al di sopra della quale furono poste la sfera metallica e la banderuola.

Fino al 7 ottobre 2011, sulla torre era conservata la vecchia sirena antiaerea comunale della città.

Una particolarità della torre è la presenza, al suo interno, di diverse campane: ognuna di esse caratterizzata da un differente peso, una differente datazione ed una differente nota musicale. La campana maggiore, detta Aprutina, è opera dell'artefice teramano Attone di Ruggero.

La campana Aprutina suona in occasione delle maggiori solennità religiose e, in concerto con tutte le altre campane della torre, in occasione della ricorrenza del patrono, San Berardo che ricade il 19 dicembre.

Il duomo conserva al suo interno autentici capolavori e tesori d'arte:  il superbo celebre paliotto d'argento dorato dell'altare maggiore, capolavoro di Nicola da Guardiagrele che, con i collaboratori della sua bottega, a cui lavorò per 15 anni, dal 1433 al 1448, come scritto a niello sull'opera stessa; di grandissimo rilievo anche il polittico realizzato nel secondo decennio del Quattrocento dal veneziano Jacobello costituito da sedici tavole disposte su due file, sontuosamente incorniciate; un importante crocifisso ligneo, uno dei capolavori della scultura lignea italiana del Trecento, opera eletta di un maestro di primaria importanza dell'Italia centrale.

Menzione particolare va alla Madonna del Maestro della Santa Caterina Gualino , una statua in legno, policroma, risalente agli inizi del Trecento, raffigurante una Madonna assisa in trono con Bambino. Quest'opera, proveniente da qualche luogo della montagna teramana, ha impreziosito il duomo di Teramo nel secolo scorso.

Inoltre, nella cattedrale è conservato l'organo a canne Mascioni opus 788, costruito tra il 1955 e il 1956, e in quest'ultimo anno solennemente dedicato a San Gabriele dell'Addolorata.

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