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Basilica di San Tommaso Apostolo

La Basilica di San Tommaso apostolo situata nella città di Ortona è uno dei più significativi luoghi di culto presenti in Abruzzo.

La cattedrale ha origini antichissime. Essa fu edificata sul sito di un antico tempio romano dedicato al dio Giano ma fu subito distrutta dai Normanni nel 1060; fu ricostruita ma, nuovamente, rasa al suolo da un violento terremoto che interessò  le regioni meridionali della penisola italica. Ricostruita, fu intitolata, originariamente a Santa Maria degli Angeli e aperta al pubblico. Il 6 settembre 1258, il navarca ortonese Leone Acciaiuoli, insieme con i commilitoni, riportò sulla galea il corpo dell’Apostolo Tommaso e la pietra tombale, dall’isola greca di Chios affidando alle chiesa le sacre reliquie.

Nel 1427 la chiesa fu sede della pace tra le città di Lanciano e Ortona patrocinata da San Giovanni da Capestrano. Nell’1566 fu vittima, questa volta, di un incendio da parte dei Turchi che misero a ferro e fuoco la città di Ortona; gli abitanti della città riuscirono, prontamente, a salvare dalle fiamme le sacre reliquie del santo. Fu d’allora che si scelse di dedicare la chiesa a San Tommaso.

Sfortunatamente altri eventi causarono danni alla chiesa: prima ad opera dei francesi nel 1799 e poi nel 1943 da parte dei tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. Quest’ultimo evento fu devastante per la città che vide perire numerosi civili. La cattedrale, subito ricostruita, fu riconsacrata e riaperto al culto il 5 settembre 1949 da S.E. Mons. Gioacchino Di Leo Vescovo di Ortona.

Dal punto di vista architettonico, l’esterno dell’edificio presenta una struttura a schema longitudinale e la facciata è stata ricostruita nel 1947 dopo la distruzione da parte dei tedeschi della facciata settecentesca con mezza cupola e il porticato a nove colonne del Trecento. Il ricco portale trecentesco fu ricomposto con i frammenti superstiti e integrato. Nella lunetta sono raffigurati Maria con il Bambino, San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista.

Dell’edificio originario restano tracce negli archi ogivali su pilastri compositi nel fianco destro e le volte del catino absidale. L’urna di rame dorato, che custodisce le spoglie del santo, è posta nella cripta sotto il presbiterio. La tela interna raffigurante il santo è di Basilio Cascella e le maioliche della cappella di San Tommaso sono opera di Tommaso Cascella; in questa cappella è custodito il busto d’argento reliquario di San Tommaso Apostolo, contenente alcuni frammenti delle ossa del cranio, realizzato nel 1800 da una fonderia di Napoli.

Inoltre, la figura di San Matteo Evangelista è l’unica rimasta dopo la distruzione della basilica per opera dei tedeschi, ed è stata eseguita da pittore Antonio Piermatteo. Le immagini della Via Crucis sono, invece, dell’artista ortonese Stefano Durante. Nella cripta, il crocifisso pendente è stato eseguito dallo scultore Aldo D’Adamo.

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